LA BATTAGLIA DELLE ARANCE
Il Carnevale di Ivrea è l'unico al mondo ad avere una trama precisa, a raccontare una storia i cui protagonisti non sono maschere, ma personaggi ideali, simbolo di valori libertari e interpreti di antichi avvenimenti. Anche se il nucleo originario della leggenda si è via via adattato, attraverso varie e complesse stratificazioni, alle esigenze di epoche diverse, sono comunque due i filoni fondamentali di avvenimenti che ne compongono la trama.
La prima vicenda risale al Medioevo, quando Federico Barbarossa insediò a signore della città il tiranno Raineri di Biandrate. Per lungo tempo violenze e soprusi esasperarono il popolo, che nel 1194 insorse e distrusse il castello del tiranno, simbolo dell'oppressione.
La stessa sorte toccò nel 1266 ad un altro despota, il marchese Guglielmo di Monferrato.Nella tradizione popolare Raineri e Guglielmo sfumano in un'unica figura di tiranno, che secondo l'usanza del tempo, pretendeva di esercitare lo "jus primae noctis", ovvero di passare con le spose la prima notte di nozze. Finchè Violetta, la bella figlia di un mugnaio, riuscì a ribellarsi alle pretese del signore, mozzandogli la testa con un pugnale e mostrandola al popolo raccolto sotto gli spalti del Castellazzo.Quella che seguì fu una grande rivolta popolare, che portò alla distruzione del Castello e che viene oggi ben rappresentata dalla Battaglia delle Arance: un grande gioco delle parti tra gli aranceri a piedi, simbolo del popolo ribelle, e quelli sui carri, le guardie del tiranno.
2 Comments:
At mercoledì, 27 settembre, 2006, Anonimo said…
ok il computer mi ha fatto uno scherzetto e l' ha pubblicato per ben due volte!(una per fabio e una per diego!)
At mercoledì, 27 settembre, 2006, TrAnQuii said…
tutti contenti!
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